Associazione Opera della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo

Qualche nota biografica

Edoardo Gemelli nasce da un’agiata famiglia milanese legata alla massoneria. Ottiene a pieni voti la laurea in medicina presso l’Università di Pavia discutendo una tesi della quale è relatore il premio Nobel Camillo Golgi. Negli anni universitari è alunno del Collegio Ghislieri. In sintonia con questo ambiente consolida le sue idee positiviste e anticlericali, già assorbite in famiglia. Portato sia allo studio sia all’azione, si dedica alle lotte sociali nelle file socialiste.
Dopo la laurea svolge il servizio militare a Milano nell’ospedale di Sant’Ambrogio con Ludovico Necchi e con padre Arcangelo Mazzotti che avranno un grande influsso nella sua conversione al cattolicesimo a cui da tempo lo stavano conducendo la critica al positivismo e la delusione provocata in lui dall’esperienza socialista. Nel novembre 1903 entra nel convento francescano di Rezzato, presso Brescia, dove assume il nome di Agostino e viene ordinato sacerdote il 14 marzo 1908.
Nel 1909 fonda la “Rivista di filosofia neoscolastica” e nel 1914 la rivista di cultura “Vita e Pensiero” con le quali sostiene un ritorno a posizioni teocentriche e neotomiste. Negli anni dal 1909 al 1912 si batte attivamente a partire dalle sue conoscenze mediche, per sostenere scientificamente il carattere miracoloso di molte guarigioni verificatesi a Lourdes, in quella che egli stesso chiama la «lotta per Lourdes» svolta soprattutto contro i circoli medici legati alla massoneria. 
Nello stesso periodo sviluppa ricerche scientifiche in molti laboratori italiani ed europei prima in istologia, poi in psicologia sperimentale. Durante la prima guerra mondiale presta la sua opera al fronte come medico e sacerdote e fonda un laboratorio psicofisiologico presso il comando supremo dell’esercito, dove compie studi sulla psicologia dei soldati e in modo particolare degli aviatori. Al termine della guerra e tornato alla ricerca scientifica si occupa di vari campi della fonetica sperimentale e dei rapporti tra la biologia (soprattutto la neurologia) e la psicologia, e della psicologia sperimentale e applicata; in quest'ultimo campo sono da segnalare gli studi di antropologia criminale e di psicologia professionale.
 
Padre Gemelli uomo di scienza
Dal 1919, assieme ad Armida Barelli, si dedica alla nascita dell’Università Cattolica, per la quale, nonostante le difficoltà incontrate a causa del modello vicino a quello degli atenei statali, ottiene il riconoscimento pontificio. L’Università Cattolica del Sacro Cuore è inaugurata il 7 dicembre 1921 ed inizia ad operare con due facoltà: Filosofia e Scienze sociali. Della “sua” università Gemelli è rettore fino alla morte. Durante il suo rettorato aggiunge alle prime due le  facoltà di Giurisprudenza, Scienze Politiche, Lettere e Filosofia, Economia e Commercio, Magistero, nella sede di Milano, Agraria, nelle sede di Piacenza. Nell'Università costituisce anche un moderno istituto di psicologia nel quale si sviluppano avanzate ricerche su percezione, linguaggio, personalità, applicazioni della psicologia all'orientamento professionale e alla selezione del personale. Nel 1937 viene nominato presidente della Pontificia Accademia delle Scienze, carica che mantiene fino alla morte.
Un’opera originale fra le tante di Gemelli è sicuramente  La psicotecnica applicata alle industrie,  pubblicata nel 1944, contributo giudicato fondamentale alla moderna psicologia del lavoro: ambiente e lavoro, rapporto uomo-macchina, la fatica e la monotonia, motivazione ed incentivazione del personale, obiettivi e procedure di selezione, problemi psicologici legati alla disoccupazione, valorizzazione della soggettività delle risorse umane. 
Nel dopoguerra è nominato membro del consiglio superiore della Pubblica Istruzione e si dedica allo sviluppo dell’Università Cattolica, di cui è nominato rettore a vita nel 1953 con decreto del presidente della Repubblica. Cura la formazione di una nuova generazione di allievi, tra cui lo studente del Collegio Augustinianum Giuseppe Dossetti. Inoltre estende la ricerca sperimentale di base ad una serie di applicazioni nuove rispetto a quelle precedentemente avviate nel campo della psicologia del lavoro, della psicologia dello sviluppo, della psicologia clinica.
L’attività saggistica di Gemelli abbraccia svariati campi come la teologia morale ed ascetica, la filosofia, oltre alla psicologia. A lui si deve l’apertura di campi di ricerca nella psicologia clinica e nell’applicazione della psicologia ai problemi sociali, all’orientamento professionale e scolastico, lo sviluppo della psicologia del lavoro, lo studio delle condizioni dei carcerati, la devianza giovanile, la psicopedagogia. Inoltre è attivo protagonista del dibattito culturale del ‘900, a cui porta tra l'altro la sua personale testimonianza di sacerdote e scienziato in cui si fondano fede e scienza. Come ultima opera, Gemelli porta a compimento il suo progetto della Facoltà di Medicina a Roma, lungamente meditato e che, secondo le sue parole, costituiva «il sogno della sua anima». La facoltà fu istituita ufficialmente nel 1958 e aperta nel 1961, dopo la sua morte, che col Policlinico universitario a lui intitolato e l'Università Cattolica rappresenta il suo lascito più tangibile.
 
Padre Gemelli, la liturgia e l’Opera della Regalità di N.S.G.C.
L’Opera della Regalità prende origine dalla promozione di un’iniziativa spirituale che coinvolge tutti i soldati al fronte nella guerra 1915-18: la loro consacrazione al Sacro Cuore di Gesù. L’iniziativa ha inizio da quello che Armida Barelli stessa definisce “un stranissimo evento” capitatole nel marzo 1916 quando una monaca Visitandina sconosciuta le dice: “Gesù vuole la consacrazione degli eserciti al suo Cuore, e padre Gemelli deve realizzare il suo desiderio…” (in Maria Sticco: “Padre Gemelli appunti per la biografia di un uomo difficile” - Ed. O.R., Milano, 1974 p. 110). Tale iniziativa, ralizzata nel 1917 con enorme successo, viene a buon diritto considerata quasi un preludio al riconoscimento della regalità di Cristo solennemente proclamata con l’istituzione della festa liturgica di Cristo Re voluta da papa Pio XI.
Per appoggiare l’idea del Papa,  Gemelli indice dal 20 al 23 maggio 1926 un congresso sulla Regalità di Cristo presso l’Università Cattolica che si chiude con una solenne processione eucaristica che vede la partecipazione di una folla entusiasta. Per dare forma stabile a questo successo viene data vita al primo Comitato dell’Opera della Regalità di Cristo da cui nasce ufficialmente, nel 1929, l’associazione.
L’O.R. si qualifica da subito per il suo interesse alla liturgia, alla spiritualità liturgica, alla partecipazione popolare alla liturgia in un tempo in cui tra altare e fedeli vi era un distacco dovuto anche all’uso liturgico della lingua latina. Dà quindi un suo contributo al movimento per la riforma liturgica che in quegli anni stava consolidandosi e che avrà il suo culmine nel Concilio Vaticano II e la costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium.
Padre Gemelli aveva un interesse particolare per la liturgia? Così risponde don Angelo Lameri in una sua relazione al XLVII convegno liturgico pastorale indetto dall’O.R.: «Non possiamo definire P. Gemelli un liturgista nel senso pieno della parola: di liturgia ha scritto pochissimo. D’altra parte anche la sua formazione alla pietà si era mantenuta nella linea dell’ordine francescano, che dava la prevalenza alla meditazione e agli esercizi ascetici anziché alla pietà liturgica. Tuttavia, attraverso l’O.R., da lui fondata e diretta, ha offerto un significativo contributo alla rinascita liturgica in Italia. 
Egli, come sacerdote aveva intuito che far vivere intensamente il momento celebrativo al popolo, perché possa riceverne in pienezza i benefici, è parte intrinseca dell’azione pastorale. Il bene che si può ricavare per le anime da una più intensa vita liturgica è proprio quello derivante dal far vivere il popolo con la Chiesa. Intuì bene il valore della centralità dell’Eucaristia nella vita del cristiano, e la sua preoccupazione di rendere accessibile in pienezza la vita sacramentale della Chiesa, veniva così motivata ed espressa: “La liturgia ci ha suggerito pensieri per la meditazione, parole per le orazioni, conforto nella vita di apostolato, soprattutto ha stimolato in noi la vita interiore... Nessun alimento è più sostanzioso per la pietà che partecipare a questa manifestazione pubblica della vita della Chiesa, che è la partecipazione ai divini uffici... Nulla stimola nella vita di pietà più che ricordare che siamo membra del Corpo mistico della Chiesa e il riaffacciare alla mente i doveri che, come tali, abbiamo, la vita liturgica vuol dire una penetrazione più profonda e più intima delle verità che la Chiesa con le sue parole mette in bocca a noi, e vuol dire una penetrazione più profonda e più intima nell’adorazione dell’ineffabile mistero della divina Persona del Salvatore” .
Un’altra convinzione profonda del Gemelli era quella che si dovesse far partecipe dei frutti del movimento liturgico tutto il popolo, anche le persone più umili e semplici. Suo impegno fu quindi quello di promuovere un’azione veramente “popolare”, che si rivolgesse a tutti, dal contadino, che fatica a leggere, al professore universitario. Con grande saggezza pastorale osservava infine come fosse necessario evitare gli eccessi e come bisognasse evitare contrapposizioni tra spiritualità liturgica e le varie scuole di spiritualità formatesi nel corso dell’esperienza cristiana. Anzi, era convinto che la spiritualità liturgica fosse spiritualità cristiana proprio in quanto non soffoca le diverse aspirazioni dell’anima cristiana e le diverse pratiche di pietà, ma le orienta nella direzione giusta: la vita della Chiesa».
 
Pade Gemelli è certamente una figura gigantesca nella società e nella chiesa del ‘900: una figura complessa, a volte contradditoria, difficilmente richiudibile in qualunque “schema”. Come afferma il card. Ferdinando Antonelli ofm nella presentazione della già citata opera della Sticco «è una di quelle figure che più si allontanano nel tempo, più si innalzano sull’orizzonte della storia».