Associazione Opera della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo

Riflessioni e osservazioni ecumeniche, aperte al dialogo interreligioso

Nel cammino ecumenico recente ed attuale, c'è una trama di eventi, persone, documenti, istituzioni ed organismi che svolge, articola e collega lo stesso cammino ecumenico; questo vale anche per il dialogo interreligioso.

È opportuno ricordare qualche elemento significativo che sta alle radici di tutto ciò:

  • Tra le varie ricorrenze, nel 2020 si è richiamato il 25° anniversario della Ut unum sint. L'impegno ecumenico, Lettera enciclica si S. Giovanni Paolo II (25.05.1995). Si tratta dell'ecumenismo della Chiesa cattolica a partire dalla “svolta” conciliare del Vaticano II, ma anche della preghiera affinché lo Spirito Santo aiuti a cercare insieme, con le altre confessioni cristiane, le forme di servizio verso l'unità, che comporta il ministero del “primato” (n. 95).
  • Nel mese di febbraio appena trascorso, va ricordato il 5° anniversario (12.02.2016) dell'Incontro del santo padre Francesco con s. s. Kirill, patriarca di Mosca e di tutta la Russia, avvenuto presso L'Aeroporto Internazionale “José Martì” a La Habana – Cuba, all'inizio del viaggio in Messico del papa. E così, finalmente, le Chiese di Mosca e di Roma si sono incontrate ufficialmente per la prima volta (interessante è la “Dichiarazione Congiunta”). È dello stesso anno il viaggio del papa a Lesbo, come pure Il Santo e grande Concilio panortodosso di Creta, con le evidenti difficoltà di comunione tra Chiese ortodosse. In seguito ci sono stati i 500 anni dalla Riforma protestante... e si potrebbe continuare così, perché la “rete” è piuttosto densa.
  • Rimane importante e significativo il 20° anniversario (22.04.2001) della Charta Oecumenica. Linee guida per la crescita della collaborazione tra le Chiese in Europa, documento congiunto tra la Conferenza delle Chiese europee (KEK) e il Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa (CCEE): gli “impegni” ecumenici che questo “statuto” ha proposto a tutti i cristiani d'Europa, resta una sfida da riprendere e rilanciare per le chiese.
  • Sono anche passati due anni (04.02.'19) dalla firma del documento La fratellanza umana per la pace, tra papa Francesco e Ahmad al Tayyeb, grande Imam di Al-Azhar, ad Abu Dhabi; la Fratelli tutti. Lettera enciclica sulla fraternità e l'amicizia sociale, è dello scorso anno (03.10.'20).

È come se ci fosse, in tutti questi fili che compongono la trama del dialogo ecumenico ed interreligioso, un “filo rosso” che svela gli snodi rilevanti, il senso e la logica del divenire: si può sapere da dove partire, e diventa chiaro verso dove andare.

Ritornano agli occhi le suggestive immagini, per certi versi drammatiche, per altri versi piene di speranza inattesa, del recentissimo viaggio di papa Francesco in Iraq, con tutti i gesti ecumenici, di dialogo tra fedi e culture, e le implicazioni umane e sociali, in particolare verso persone provate e perseguitate, dalle ferite ancora aperte e sanguinanti.

Risuonano alle orecchie tra le sue parole, quelle di “ricostruzione, fraternità, pace, perdono, preghiera, riconciliazione, collaborazione e solidarietà”. Esse hanno accompagnato il percorso del papa in Iraq, ed ogni tappa è diventata un evento “storico”: incontro con le “minoranze” che hanno sofferto e continuano a soffrire, in particolare con le piccole e martoriate comunità cristiane – dall'origine apostolica o sub-apostolica – alla visita nella terra d'origine di Abramo – Ur dei Caldei –  dove ha inizio la fede nel Dio unico; e ancora la visita all'Ayatollah sciita Ali Al-Sistani – dopo l'incontro del 2019 con l'Islam sunnita ad Abu Dhabi – ; il tutto portato avanti con determinazione, coraggio, semplicità e verità, ma anche saggezza e profezia.

Un grande compito è dato ai credenti nel Signore, quello della recezione ecumenica e di dialogo interreligioso, che permette di vedere e vivere personalmente ed in profondità questi “segni dei tempi”, fare proprio il cammino ecumenico e testimoniarlo con naturalezza, coerenza e continuità, oltre le divisioni che sono avvenute nella storia, e continuano ad essere, senza dimenticare la chiamata all'“unità”, che diviene fedeltà alla sequela evangelica.